Dicevamo che mi sono alzata alle 5.45, faccia lavata, tutina e scarpe da tennis, scendo in cucina.
Annabella, la mia gatta, mi precede miagolante come se non mangiasse da due settimane.
Sono le 6. Accendo la caffettiera preparata la sera prima e mentre il caffè sale apro le imposte della cucina e riempio la ciotola di Annabella che finalmente, magicamente, smette di miagolare. Il primo caffè del giorno è un momento sacro, mi siedo e guardo fuori, ho la fortuna di vivere di fronte a un bosco, gli uccellini cantano mentre all’interno di casa c’è solo Silenzio.
Ecco il primo dei Savers. SILENZIO.
La sveglia ha smesso di suonare. La gatta mangia.
Silenzio. Che figata. Bevo il mio caffè con un biscotto integrale (sono nel periodo salutista) e dopo aver messo la tazzina del caffè nel lavandino, mi sposto nel mio angolo The Miracle Morning.
Accendo lo stereo. Basso. Mi piace mettere della musica per meditare, quella che preferisco è di Sting, Loreena McKennit, Simply Red, Chopin. Amo il pianoforte al mattino. Mi siedo sul divano in posizione del loto (gambe incrociate e le mani in grembo) con la schiena dritta e non appoggiata, chiudo gli occhi, respiro e medito per dieci minuti. Se è inverno e la casa è ancora un po’ fredda mi metto anche una copertina di pile sulle spalle. Spesso ascolto una meditazione guidata. Ce ne sono tante su Youtube, di solito c’è già un sottofondo musicale adatto. In questa fase posso anche accendere un bastoncino di incenso o una candela profumata. Lascio le luci soft, di solito di una lampada laterale che mi serve poi per scrivere e leggere. Mi sono alzata, d’accordo ma sono le sei del mattino e troppa luce mi infastidisce.
La pratica della meditazione di per sé meriterebbe volumi interi e non ho la pretesa di spiegare in un post cosa significa meditare e quali sono i benefici. Anzi, ti invito a cercare tu stessa libri e materiale in rete. Riassumerei dicendo che lo spazio dedicato ogni giorno alla meditazione è un luogo e un tempo per stare nell’adesso dentro di te. Meditare fa parte della cultura orientale ma se ci pensi anche nella cultura occidentale tutte le volte che sei stata in silenzio, fuori dal tempo, concentrata su qualcosa, hai meditato.
Sembra difficile, il pensiero “scappa” da altre parti. E’ normale, ti verrà in mente la lista della spesa, la lezione di musica di tuo figlio o la riunione col capo alle 9.30. Quando il pensiero disturbante arriva, lascialo andare, accompagnalo e riporta delicatamente la mente dove vuoi concentrarti. Delicatamente. Come avere davanti un cielo azzurro: ogni tanto arriva una nuvola, poi passa ed esce dalla tua vista. Così i pensieri. La meditazione non è autocontrollo. Non siamo in gara con noi stessi per eliminare il pensiero, i pensieri arrivano continuamente, la mente funziona così.
Nella meditazione guidata una voce ti guida ad immaginare dei luoghi o delle situazioni di calma e ti induce alla concentrazione. Ne puoi trovare di bellissime. Puoi provare ad esempio una meditazione di tipo “Body scan”, la pratica che di solito si fa nel training autogeno: con il pensiero man mano si passano in rassegna tutte le parti del corpo dai piedi venendo su verso la testa, pensando a rilassare ciascuna parte che diventa pesante…il Body scan spesso si fa in posizione distesa.
Esistono infine meditazioni mirate agli obiettivi. Sono una via di mezzo tra una meditazione e le affermazioni, di cui parleremo tra qualche giorno. Ti concentri su alcuni concetti, li sviluppi e rinsaldi nella tua mente mentre mediti.
I suoni per me sono importantissimi durante la meditazione. Grazie alla mia insegnante di yoga, in questo periodo mi sono avvicinata ad un tipo di meditazione che si fa ripetendo un mantra cantato. E’ bellissimo. Sono un essere musicale e trovo che meditare senza musica sia molto difficile a meno che non medito nella natura, che di per sé se ci pensi ha già suoni e voci. Gli uccellini che cantano, il cane del vicino, l’acqua che scorre, il vento tra le foglie, il rumore della pioggia.
Alla fine il Silenzio non è zitto, per me almeno.
Un’altra cosa che amo fare è meditare davanti al fuoco. Accendo il camino e mi concentro sulla fiamma e sul crepitio della legna. E’ quasi ipnotizzante. Provala magari in un weekend, quando hai più tempo.
Il primo quarto d’ora del mattino è andato.
Un bacione, alla prossima
Tully